Per parlare correttamente di teli dobbiamo prima prendere in considerazione nel modo corretto il loro utilizzo.
Tra questi, il più controverso è quello della pacciamatura. Tutti i giorni sento discorsi tipo: non lo metto tanto non funziona, le infestanti germinano sopra oppure uso piante tappezzanti può anche durare poco e molto altro ancora.

Nella realtà sono argomentazioni che semplificano molto l'argomento ma non affrontano quello a mio avviso più importante: che tipo di effetto vogliamo ottenere?

Vedo in giro aiuole orribili con tessuti orribili, praticamente impermeabili all'acqua con sopra l'ala gocciolante. Ok capisco che il budget è ristretto ma almeno l'ala gocciolante mettiamo sotto il telo!!! Sinceramente se l'obbiettivo è quello di tenere pulita l'aiuola esistono in commercio "fantastici" antigerminanti che con qualche intervento l'anno risolvono il problema infestanti mantenendo l'area pulita.

Si ok gli "antigerminelli" ma il cliente mi chiama quando le infestanti sono cresciute! Può anche essere vero ma intervenendo quando si iniziano le potature ci possiamo anche occupare della distribuzione di questi prodotti.
In altre situazioni noto tessuti sfibrati in aree dove è difficile intervenire che rimarranno a testimoniare la leggerezza di certe scelte fintanto che non si decide di rifare il giardino. Questi a mio avviso sono i casi peggiori in quanto i teli sono brutti, degenerano velocemente ma non possiamo farci molto dato che si può intervenire poco e con poca efficacia.
La moda del momento sono quei tessuti colorati spessi tipo feltro, ma anche qui purtroppo andiamo ad usare un prodotto, nato per il settore arredamento e adattato ad altri impieghi.


Ma alla fine come devono essere questi tessuti?

 

- devono contribuire alla riduzione degli interventi
- devono essere piacevoli alla vista
- devono durare nel tempo.

Per ridurre gli interventi è sufficiente utilizzare un telo che mantenga le stesse caratteristiche per un periodo di tempo sufficientemente lungo. Per piacevolezza alla vista intendo la capacità del telo di confondersi alla vista di chi guarda l’aiuola. La durata nel tempo infine deve essere sufficiente a coprire il terreno almeno per il periodo necessario alla crescita delle piante fino ad ottenere l’effetto voluto in fase di progettazione.
Non ho parlato di permeabilità all’acqua in quanto spesso sono presenti ali gocciolanti che rendono la discussione abbastanza “didattica”. Se invece non è presente alcun sistema di irrigazione risulta FONDAMENTALE un tessuto permeabile all’acqua.
Per questo esistono in commercio due gruppi di tessuto:
- Biodegradabili
- Non degradabili tra cui: tessuti e non tessuti

Nel primo gruppo troviamo soprattutto delle STUOIE (non tessuti) di vario peso e colore composte prevalentemente da cocco o juta. Questi composti sono belli da vedere dato che le colorazioni sono molto vicine a quelle del terreno ma degradano in un periodo di tempo che va da pochi mesi ad un anno. Chiaramente più la stuoia è pesante più si allunga la durata nel tempo ma, contestualmente, aumenta il costo e la difficoltà di posa.
Questi tessuti sono interessanti ma hanno senso SOLO all'interno di aiuole progettate con piante" tappezzanti" oppure in parchi naturali che prescrivono SOLO l'utilizzo di prodotti "BIO". In tutte le altre situazioni abbiamo un elevato dispendio economico a fronte di un risultato che richiederà sicuramente un numero di interventi molto alto nel tempo.

Tra i prodotti " non degradabili" si apre un mondo dove il principale attore è un tessuto che viene chiamato AGRITELA, ANTIALGA etc.... Un tessuto utilizzatissimo dai vivaisti per la riduzione delle infestanti sotto i vasi appoggiati sul terreno.
Tecnicamente questo tessuto è composto da due fili incrociati: una trama ed un ordito. Il tipo di costruzione fa in modo che una forza perpendicolare applicata ai due fili tende ad aprirli creando un foro lasciando ampio spazio alla proliferazione di infestanti.
Per risolvere questo problema si sono aumentati i pesi e applicati trattamenti superficiali che irrigidiscono il tessuto rendendolo praticamente impermeabile oltre a non essere sempre così efficace.

Non è questa la sede per discutere come incidono i problemi idrici su un’aiuola ma credo sia evidente che un tessuto “praticamente impermeabile “non contribuisce certo al benessere della pianta. Ok possiamo mettere sotto l’ala gocciolante ma questi tessuti vengono spesso coperti da pacciame come: corteccia, argilla, lapillo e molto altro che fungono da substrato organico per la proliferazione delle infestanti rendendo vano l’uso di questo prodotto. Sono spesso di colore verde, marrone o nero con quadrati colorati di verde o rosso. Questi quadrati nascono per suggerire la distanza di posizionamento in vivaio tra un vaso e l’altro ma potete capire che nella pacciamatura hanno poco senso. L’impatto estetico nelle situazioni dove rimangono a vista è decisamente discutibile. In ultima analisi la particolare costruzione di questi teli rende la lavorabilità abbastanza complicata in quanto nel momento del taglio questi tessuti inesorabilmente sfilano.


Per evitare questo spesso si bruciano dovendo quindi portare in loco tutta l’attrezzatura necessaria.
In conclusione questi tessuti sono poco efficaci per la pacciamatura in senso classico in quanto:

  • Non garantiscono alcun tipo di durata nel tempo: varia molto in funzione del tipo di esposizione
  • Non garantiscono alcuna tenuta alle infestanti
  • Non sono riciclabili: spesso sono composti da sostanze di natura diversa
  • Richiedono parecchi interventi nella cura della aiuola


I tessuti definiti” non tessuti” sono spesso composti da feltri, quindi con spessore, in poliestere o polipropilene, o il mix dei due, di colore marrone, verde o comunque colori che si mimetizzano con il terreno. Questi tessuti spesso assorbono l’acqua in modo anomalo con poche garanzie di durata nel tempo oltre che meccaniche. Anche se la normativa non lo impone io diffiderei sempre di chi non certifica alcuna durata minima del telo. Un’altra caratteristica di questi tessuti è che la superficie irregolare del tessuto lo rende un ricettacolo di polvere e semi, il ricettacolo ideale per la proliferazione delle infestanti SOPRA il tessuto.

Esistono infine “non tessuti” in polipropilene con diverse caratteristiche che li rendono particolarmente adatti all’uso in pacciamatura o comunque per il controllo delle infestanti:

  • Sono di colore che si mimetizza sia con il terreno che con il tipo di pacciame applicato
  • Sono riciclabili in quanto sono composto solo da polipropilene
  • La “particolare” costruzione garantisce un controllo delle infestanti nel tempo
  • Hanno capacità drenanti
  • Hanno una durata nel tempo minima garantita

Se risulta necessario quindi approfondire il tema del controllo delle infestanti siamo a disposizione per analizzare i singoli casi