Da cosa è nata l’idea del progetto dal punto di vista architettonico?

Il punto di partenza del progetto è la piazza. Piazza intesa come luogo di aggregazione e di incontro. Nelle piazze delle nostre città e dei nostri paesi trovano posto sia edifici specialistici (nel nostro caso il museo) sia le case. Si è pensato quindi di riproporre un brano di città che andasse a completare e raccordare il museo Magi ‘900 con il tessuto urbano di Pieve di Cento, attraverso la creazione di un “giardino delle arti” nel quale tutti possono incontrarsi e passeggiare perché protetto da portici e popolato di opere.

 

Esiste un legame architettonico tra la struttura dell’edificio dove risiede il museo e gli edifici?

Certamente. Il progetto urbanistico nasce unitario. Gli edifici residenziali, come nelle migliori piazze delle città tradizionali italiane ed europee, cingono il giardino delle arti creando una quinta scenica ma discreta alla galleria d’arte e alle sue opere che escono dal museo andando ad animare la grande piazza giardino. Inizialmente avevamo chiamato il progetto con il nome “Borgo degli artisti”, poi il cav Bargellini lo ha ribattezzato “Giardino delle arti”. Nell’etimologia dei due termini è rinchiuso il significato stesso del progetto. Il borgo ci ricorda immediatamente qualcosa di particolare, di unico, di raccolto, ma al tempo stesso aperto a tutti ed accogliente. Il giardino, è il luogo sicuro dove poter andare a rilassarsi o a riposarsi, o semplicemente a passeggiare per goderne appieno della sua bellezza. Entrambi i termini evocano luoghi dove si respira un’aria di tranquillità e sicurezza che abbiamo voluto riproporre nel nostro progetto.

 

Perché ha scelto i laterizi Wienerberger?

Gli edifici devono essere beni d’uso e non di consumo devono durare nel tempo ed essere realizzati con materiali longevi e di qualità. Scriveva Margaret Yourcenar in “Memorie di Adriano” parlando della città eterna: “…ho preferito il laterizio che assai lentamente e tornare a terra…” Quando abbiamo iniziato a pensare agli edifici del borgo l’idea di realizzarli in laterizio ci è sembrata la scelta più ovvia. Ci piace pensare al laterizio come ad un materiale oltre la moda, un materiale che ben coniuga l’idea di tradizione con quella di innovazione. I laterizi della Wienerberger che abbiamo scelto per il progetto rispondono in maniera convincente e soddisfacente a tutti questi dettami.